Martedì di Sport

Ho un’ospite speciale nel mio blog e sito: la dott.ssa Maria Claudia Cavaliere, psicologa e artista.

Ho scelto proprio una figura diversa dalla mia perché credo fortemente si possano avere approcci integrati e multidisciplinari se si è consapevoli e responsabili di ciò che stiamo facendo.

La Bottega della Pedagogista: Oggi con la dott.ssa Cavaliere parliamo di sport e del valore che lo sport ha, nell’accezione comune, ma non sempre nella sostanza, sulla formazione delle persone. Dott.ssa Cavaliere: Apparentemente tutti dicono che lo sport è fondamentale per formare le persone, per tutta una serie di motivi. E così si parla di sport per tutti, di sport come scuola di vita, di sport come strumento per educare, per insegnare i sani stili di vita…. Ma quando si va a vedere “sul campo” buona parte delle azioni veramente efficaci sono affidate al buon senso e alla volontà e capacità dei singoli.

BP:Quindi come possiamo usare lo sport professionalmente?
M.C.C.: Lavoro come mental trainer nel rugby, nel calcio e nella pallanuoto, oltre ad occuparmi di sport per disabili e di sport come metafora per trasferire altri concetti in altri ambiti tipo quello dello sviluppo personale e aziendale. Trovo che lo sport sia davvero uno strumento trasversale e straordinario e sia che si parli di professionismo che di bambini, di persone diversamente abili…beh! Non cambia la sostanza: lo sport è il modo per sfidare se stessi, ciascuno secondo le proprie risorse e i propri tempi. Lo sport deve offrire quell’ambiente resiliente che permette a ciascuno di dare il meglio di sé.
BP: Lo sport e la persona e non solo il punteggio quindi?
M.C.C.: In effetti vedo tutti i giorni situazioni in cui è così e situazioni invece…completamente diverse. La mia non è una ricerca delle cause, ma lavoro ogni giorno per creare, identificare e magari raccontare e condividere quelle buone pratiche che possono essere utili a tutti.
Lo sport può essere fondamentale nello sviluppo di una persona se chi (di solito l’educatore e l’allenatore) diventa punto di riferimento della persona che fa sport conosce l’approccio, l’accoglienza, lo sviluppo della persona e le sue varie fasi ed ha un vero interesse per chi gli sta di fronte. Insomma un vero e proprio “progetto uomo”.
Lo sport a sostegno della personalità e non della dimostrazione di quanto è bravo l’allenatore attraverso i risultati dei propri atleti.
BP: Un pò rivoluzionario e molto pedagogico il suo punto di vista, progettare la Persona …
M.C.C.: So che è un po’ provocatorio il mio discorso ma spesso accade questo. Non in malafede, intendiamoci, ma spesso per inconsapevolezza da parte di chi gestisce un aspetto importante nelle vita delle persone. Persone di qualunque età: dai bambini alla cosiddetta terza età sempre più coinvolta in percorsi di benessere che prevedono anche lo sport.
Mi piace poi pensare che si vada verso il superamento di certe distinzioni. Un processo culturale lungo certo ma ai nostri ragazzi bisognerebbe forse iniziare a far passare il messaggio che lo sport non è distinto in quello fra abili e diversamente abili e cose del genere. Lo sport è uno, solo che si fa con mezzi diversi. Il principio di sviluppo personale e ciò che lo sport regala ad una persona a livello di formazione personale non è diverso.
Forse solo in questo modo potremmo far riappropriare lo sport di tutta la sua potenzialità educativa e formativa. Lo sport è l’esatto equilibrio fra l’acquisizione di autonomia e l’apprendimento collaborativo, strumento di benessere personale e di cittadinanza attiva. Ma tutto questo va “guidato”, non accade da solo.
BP: Qual è quindi il suo “approccio” allo sport con la psicologia?
M.C.C.: Il mio approccio al mondo dello sport è quello che utilizzo abitualmente. Quello che io chiamo un approccio “per risorse” e non per problemi. Ognuno ha le proprie caratteristiche, talenti e limiti. Ovviamente ci sono i campioni . Alcuni campioni sono dei veri e propri “tartufi”. Li trovi e non hai neanche bisogno di coltivarli perché hanno talenti straordinari. Ma il vero lavoro, la vera sfida è quella di “coltivare fragole” e dare a tutti la possibilità di migliorare se stessi. Ciascuno di noi ha delle caratteristiche positive, delle aree di miglioramento. Sta a noi individuarle e fornire alle persone i mezzi per svilupparle e il sostegno alla loro motivazione. Non illudere la persone, farle sognare. Che non vuol dire pensare cose campate in aria ma pensare che dentro di loro ci sono tutte le risorse. Certo c’è un lavoro dietro: lo sport non ti regala niente e come dico spesso l’unico posto in cui successo viene prima di sudore è il vocabolario! Come una “sarta” personalizzo il lavoro sulla persona , perché non c’è una teoria che possa andar bene per tutti.
BP: Quali riscontri ha ottenuto con questo metodo speciale?
M.C.C.: I riscontri riguardo a questo sono molto positivi. Attualmente lavoro con diversi sport: oltre al rugby, il calcio, la pallanuoto, gli sport paralimpici, le bocce e diversi altri. Capisco sempre di più che uno sport non è a prescindere migliore di un altro, mai. Un buon allenatore, un buon educatore invece fanno sempre la differenza in qualsiasi sport.
Le cose che mi danno maggiore soddisfazione sono i progetti sullo sport integrato. Il sostegno maggiore che si può dare a tutti i ragazzi che fanno sport e questa è l’evidenza empirica più grande, è quello di essere presenti secondo i loro modi e i loro tempi. Lo sport è un grande strumento di sviluppo di potenzialità ma se gestito in modo non corretto può diventare anche strumento di frustrazione. Ecco, i risultati migliori si hanno stando vicino a chi fa sport e stando a contatto con allenatori ed educatori. Lo scambio tra figure professionali diverse è fondamentale. 
Vorrei sottolineare l’importanza degli educatori/formatori hanno sullo sviluppo della Persona, anche nello sport come a scuola, come in studio o al centro diurno. 
Lasciate il vostro narciso a casa ogni volta che vi confrontate con una persona, perchè i suoi successi sono i suoi successi, noi, voi, siamo solo strumenti pedagogici.
Dott.ssa Claudia Cavaliere 

www.laborsport.it

Rispondi