Di seguito alcune delle situazioni campanello d’allarme riferite da ragazzi, genitori e insegnanti (Telefono Azzurro):
“Qualcuno ha messo una mia foto scattata in palestra in Internet, inviandola a tutta la classe. Tutti hanno iniziato a ridere di me prendendomi in giro”.
“Un gruppo di studenti delle superiori ha creato un falso profilo a mia figlia, pubblicando foto in cui sembrava nuda e inserendo informazioni false sul suo conto”.
“Alcuni ragazzi della mia scuola hanno ricevuto una mia foto con delle avances sessuali”.
“Una ragazzina mi ha confidato, terrorizzata, che uno dei suoi contatti la molesta su MSN, domandandole di spogliarsi davanti alla webcam e di simulare atti sessuali”.
“Alcuni ragazzi stanno facendo circolare voci e sono aggressivi, via Facebook, verso una studentessa”.
“Alcuni studenti si insultano via SMS e finiscono per picchiarsi nei corridoi”.
“Una delle mie studentesse è stata accusata di aver insultato in Facebook una delle sue compagne di classe. Ora lei non ha più l’accesso al suo profilo Facebook: ha scoperto che i suoi codici di accesso sono stati rubati”.
Il fenomeno è in crescita, anche perché attraverso il web o il cellulare il “bullo” può agire indisturbato, in quanto è protetto dall’anonimato garantitogli dall’utilizzo di tali tecnologie, e può cambiare anche diverse volte la sua “identità virtuale”.
Il genitore può imporla d’autorità, ma questo potrebbe essere visto dal ragazzo come una penalizzazione per averne parlato. Se necessaria, è una decisione che va adottata comunque.
Al massimo va inviato un solo messaggio: “Ho informato i miei genitori, che hanno fatto denuncia alla Polizia. Hai le ore contate”. Solo questo messaggio, poi basta.
Se la persecuzione è insistente, se si prolunga per più di due settimane, se il contenuto dei messaggi persecutori diventa troppo pesante, soprattutto se contiene minacce o ricatti, potete realmente segnalare l’azione persecutoria alla Polizia.
L’azione del cyberbullo può essere segnalata al moderatore della chat o ai proprietari degli eventuali blog o degli altri siti sui quali il bullo lascia i suoi messaggi.
Rassicurate la vittima circa le eventuali minacce o insulti del bullo, ma anche fategli sentire che non sottovalutate il suo disagio. Se sembra sofferente, condividete la sua sofferenza, anche se vi sembra esagerata. Se è preoccupato delle conseguenze di un’azione diffamatoria in rete, accettate che questo per dei ragazzi può costituire una ferita molto dolorosa, non la svalutate.
Il bullismo colpisce soprattutto l’autostima, quindi sostenete la vittima sotto quest’aspetto.