Ho scelto nuovamente di parlarvi di morte prenatale, in particolare dell’importanza della ricerca in questo delicatissimo campo.
Analizzare le cause, attraverso anche una dolorosa (per i sentimenti dei genitori) autopsia, può portare ad abbassare la natimortalità.
Quindi ho sceltto di condividere quest’intervista dalle pagine del sito di CiaoLapo Onlus.
Claudia Ravaldi, medico psicoterapeuta, fondatore e presidente di CiaoLapo Onlus, intervista Gaetano Bulfamante, Professore Associato di Anatomia Patologica, Università degli Studi di Milano, Direttore Sezione di Anatomia Patologica, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Milano; Direttore della U.O.C. di Anatomia Patologica, Citogenetica e Patologia Molecolare, A.O. San Paolo di Milano.
Dal 2007 CiaoLapo si occupa attivamente degli aspetti medici della morte in utero, promuovendo la formazione del personale italiano, l’aggiornamento di medici ginecologi e ostetriche, e collaborando in Italia e all’estero con i più prestigiosi centri di ricerca sulla gravidanza a rischio e sulla morte perinatale.
L’obiettivo, in accordo alle linee guida internazionali, è recepire le proposte OMS (organizzazione mondiale della sanità) di abbassare in Italia e nei paesi ad alto sviluppo la frequenza della natimortalità almeno del 20%, cioè salvare un bambino su cinque, e quindi circa 400 bambini ogni anno.
Vi inserisco il link all’intervista:
Gli accertamenti in caso di morte in utero: le normative che regolano l’autopsia
E vi allego la brochure che la CiaoLapo Onlus ha preparato su questo tema qualora la voleste divulgare.
Vi faccio un esempio concreto:
quando due amici hanno perso il loro bimbo al terzo mese si chiedevano tanti perchè…con l’analisi effettuata dopo il raschiamento hanno scoperto che la placenta lo nutriva in modo insufficiente.
A maggior ragione scoprire le cause di morti prenatali molto più avanzate può aiutare l’equipe dei medici che seguono una coppia in gravidanza lavorare al meglio per il fine magico della vita.