Pedagogia è uno stile

Sono una persona che ha scelto di studiare pedagogia da tutta la sua vita. Ho cercato di cambiare strada consigliata da altri, un faticoso anno di Ingegneria Meccanica che mi aveva condotta solo ad evidenti disturbi alimentari.
Secondo me si nasce con una inclinazione e a quella via via che ti ascolti devi tendere per essere felice.
Ho fatto il sostegno all’handicap quando ero catechista, ho fatto i domiciliari con handicap per pagarmi l’università (quella strana università…secondo il pensiero dei miei). 
Ho voluto essere ad ogni costo un’educatrice infiammata dal mio cult book : Lettera a una professoressa di Don Milani.
Ancora oggi mentre scrivo, i brividi mi ricordano che quello è il senso di essere un formatore: favorire i processi di apprendimento, di autoconoscenza e autocoscienza.
Quando poi scoprii che gli studi della Montessori e prima ancora di Antonio Gonnelli Cioni avevano condotto a una Scuola di Pedagogia Clinica che fornisce strumenti concreti ai Pedagogisti per poter lavorare sul “fuoco” che arde dentro le persone… ecco allora tutto ha preso forma.
La pedagogia da alcuni anni è lo stile della mia vita. 
Ho smesso i panni della maestrina con cui ero stata indottrinata da un’Università malata per quanto riguarda l’insegnamento della Scienza dell’Educazione per vestire un ruolo (insieme a un grande gruppo di persone) fulcro della società: i risvegliatori delle Anime.
http://www.pedagogistabologna.it/
Ascolto chi mi parla di problemi e di disturbi con un certo mal di pancia. Non esite un problema (cit. Pesci), esiste esclusivamente la Persona.  
Non è possibile consigliare un paziente per aiutarlo a risolvere un problema, non esiste il paziente pedagogico o di counseling, esiste la Persona e io non sono Lei sono Me, quindi solo lei ascoltandosi e compiendo evoluzioni dentro e fuori di sè potrà essere artefice di un cambiamento.

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