Mamma e Babbo di un bimbo mai nato

Voglio iniziare a riflettere su un tema: si è genitori o no di un bambino mai nato? In quale momento della gravidanza si diventa genitori?
Tratterò questo tema da non cattolica e da pedagogista, e riferendomi a un aborto nei primi mesi.
Molte coppie hanno vissuto una gravidanza voluta che purtroppo si è interrotta spontaneamente con un aborto interno o spontaneo nei primi tre mesi. Dopo un primo naturale sconforto e dolore di entrambi, ci si accorge che è un lutto da superare insieme.
Quando si innesca il “motore” di una gravidanza, le due persone coinvolte cambiano automaticamente prospettiva perchè entra in gioco un terzo elemento. Di esso scorgono la vita e il battito in quel buco nero che è la camera gestazionale intorno alla settima settimana, e se ne meravigliano.
Alcune donne si sentono subito madri, altre sentono solo un corpo che le stravolge dall’interno. I maschi vedono che la compagna cambia, non subiscono variazioni interne ma ne partecipano delle esterne di lei.
Poi in modalità varie, il buco nero diventa inanimato, non c’è più quella lucina che lampeggia. A quel punto la vita ci informa che non c’è più vita.
Mi chiedo e vi chiedo : erano già genitori? Secondo me sì. 
Essi portano un lutto che il personale medico non comprende molto spesso. Le comunicazioni tipiche sono: “eseguito questo semplice intervento (un raschiamento che prevede un’anestesia totale) si potrà ritentare”, “fino a tre perdite è tutto normale”. 
Tutti sembrano non comprendere; intorno alla coppia, si sviluppa una faciloneria globale. La donna si sente inerme, colpevole, isolata. L’uomo non sa che dire o fare, pietrificato dal suo dolore e quello della compagna.
A questo punto una coppia sana e reattiva trova in sè l’energia e la forza per stringersi forte e accogliere la morte come un naturale momento della vita. Altre coppie entrano in un periodo di crisi che può divenire anche profonda.
La nostra società esclude la morte, occorre invece comprenderne l’indispensabilità di essa: un embriome malato o malforme ha il diritto di scegliere di morire in grembo materno e i suoi genitori di piangerlo e poi di andare avanti insieme.
E’ fondamentale compiere un percorso, tutta la nostra esistenza è una strada che si svolge, non possiamo lasciare che essa si interrompa per una frana, occorre trovare sempre l’energia vitale che ci traghetti dall’altra parte. Quando non vi riusciamo da soli, esistono figure professionali che possono aiutarci in questo come un pedagogista clinico, un reflector o altre…

Per questo voglio sottolineare l’importanza di Associazioni come CiaoLapo Onlus che si occupano di sensibilizzare il personale medico ed infermieristico delle Maternità e delle Ostestricie, e che offrono gruppi di sostegno ai genitori dei bimbi mai nati.

6 pensieri riguardo “Mamma e Babbo di un bimbo mai nato

  1. bellissimo post ma oltre alle mamme che perdono i loro figli nel primo trimestre ci sono mamme che purtroppo li perdono anche più avanti o durante il parto , tutte noi siamo mamme ad ogni effetto che vanno aiutate a superare un lutto, io ho perso mia figlia a 30 settimane e adesso cerco di ridefinire un ruolo nella mia vita. Tra l'altro cara Vania sono una collega anche io sono pedagogista ma con indirizzo educatore! complimenti davvero per il post e per il blog
    Giuliana

  2. @Giuliana: La ringrazio del commento e delle precisazioni. Il mio post comincia con la precisazione del periodo (primo trimestre) proprio perchè vorrei poi approfondire anche le perdite in momenti più avanzati della gravidanza, come è stato per lei.
    E' importante non sottovalutare lo stato emozionale dei genitori come coppia e delle due persone come singoli, questo è il mio lavoro come pedagogista clinico e reflector ma anche come persona quando penso a ciò che è accaduto a me e mio marito.

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