La gravidanza e la maternità rappresentano per una donna un momento di svolta molto importante nella propria vita e un nuovo inizio per concepire il proprio futuro in una forma rinnovata. Il binomio donna-mammalavoro è diventato negli ultimi anni portatore di grandi sfide e battaglie personali, in quanto è ormai regola quanto anni fa sarebbe potuto apparire anomalo.
Le mamme lavorano, collaborano quanto gli uomini al benessere famigliare in senso produttivo e economico, in un clima dove il lavoro, la professione sono per la donna come per l’uomo fonte di realizzazione e vita. Nelle epoche passate non erano abituati a questa immagine della donna: lei era principalmente la moglie e la mamma, l’angelo del focolare e il lavoro era inteso solo e unicamente come lavoro domestico, lavoro di cura dei figli e della casa, della famiglia in generale. Oggi un ideale di questo tipo, oltre a essere molto lontano dallo stile femminile attuale, risulta anche praticamente impossibile dal punto di vista del mantenimento famigliare. In una famiglia media, servono due stipendi e talvolta neppure bastano.
In questo contesto di grande necessità economica e di profonda “emancipazione” femminile, (da non confondere con il femminismo) ancora avviene che molte donne, entro il primo anno di vita del bambino lascino il proprio lavoro perchè gli risulta inconciliabile con la gestione del carico famigliare.
Eppure, volendo, c’è tempo per tutto. Se le donne imparano a rilassarsi di più, a non stressarsi perchè la casa deve brillare come mastro lindo, se in qualche modo depongono la parte cinematografica quotidiana di wonder woman…Se lasciano che i papà riprendano possesso di un ruolo che gli spetta di diritto, se permettono ai loro mariti di scoprirsi capaci e abili anche in cose mai provate finora, come ad esempio “fare la spesa”…E se i papà accettano la sfida di uscire dagli stereotipi antichi della nostra cultura, se accolgono tra le loro mura domestiche donne meno perfette come casalinghe, ma più realizzate come donne e mamme…Allora, si vivrà pienamente un epoca più armonica dove tutti avranno la possibilità di realizzarsi sia nella famiglia che nel lavoro. La persona non si realizza assolutizzando un aspetto della propria vita, ma sapendo integrare tutto con sapienza, equilibrio e un pò di coraggio. Il coraggio di uscire dagli schemi, il coraggio di non sentirsi i soli capaci di svolgere quel compito, il coraggio di essere una famiglia dove non semplicemente si “dividono” i compiti, ma famiglie, coppie, dove si vive una cultura della condivisione, aiutandosi a superare gli eccessi e a evitare gli amorfismi.
Uomo e donna, diversi e complementari possono svolgere sia come madri e padri, sia come lavoratori, compiti importanti e validi. E peraltro, non è un segreto che in compiti sempre concepiti come femminili, gli uomini possano diventare più bravi e precisi delle donne.
Tutto sta a lasciare che la fiducia prenda possesso di sé stessi e si diriga verso l’altro. Il segreto è che uomini e donne si ascoltino di più, e si diano la possibilità di svilupparsi a pieno come esseri umani e non solo come mamme o come lavoratori. Dr.ssa Michela Diani