Uscire dalla paura

Spesso, a causa del nostro bambino interiore ferito, ci percepiamo come individui carenti e inadeguati. Questa percezione negativa del sé genera paura e ansia, e ci induce a ripetere dinamiche dolorose nelle nostre relazioni intime.
Il libro presente scende nel concreto, spiegando come rimarginare le ferite che si frappongono tra noi e l’amore, la gioia, la vita, e ci portano a essere guidati dalla paura.
Quando ero bambino uno dei miei film preferiti era “Hans Christian Andersen”, con Danny Kaye. I miei genitori ci comprarono il disco con le canzoni del film e noi le cantavamo in continuazione. Una di queste era “C’era una volta un brutto anatroccolo”, la storia di una piccola anatra veramente brutta, “con delle piume scure e arruffate”, esclusa dal mondo delle anatre per la sua diversità. L’anatroccolo fu costretto a vagabondare, finché un giorno si trovò in mezzo a dei cigni e scoprì che anche lui era un bellissimo cigno cui era però accaduto di nascere nel mondo sbagliato. In un certo senso, siamo anche noi in viaggio verso la riscoperta della nostra vera natura di “cigni”, del nostro sé reale. Abbiamo ingannato noi stessi credendo di essere “anatre”.
Anatre che vedono e sentono se stesse come creature spaventate, brutte, non amate e non amabili, creature che vivono in un mondo estraneo e ostile, dove nessuno le considera né le apprezza, piccole anatre stressate e competitive.
I cigni invece, vedono e sentono se stessi come esseri amabili e ricchi di doti, che vivono pacificamente in un mondo che può essere splendido. Nel mio primo libro, “A tu per tu con la paura” (Urra Apogeo Ed.), ho condiviso le mie esperienze nel lavorare con le mie paure come via verso una vulnerabilità e una accettazione di sé più profonde. Penetrare profondamente nelle ferite del bambino interiore è una via per creare amore nella nostra vita, amore per noi stessi e amore per gli altri. Per anni ho esplorato queste ferite interiori, uno spazio che prima avevo ignorato e represso, realizzando infine che quando queste ferite sono inconsce sabotano la nostra vita e il nostro amore in mille modi. Continuo a vivere e ad insegnare ciò che ho scritto in quel libro, ma da allora la mia comprensione si è approfondita e ora vedo che quel tipo di esplorazione è solo il primo passo del viaggio. Senza il secondo, è possibile perdersi in quelle ferite, perché ciò che si frappone tra noi e l’amore, tra noi e la gioia, non è solo il fatto che abbiamo delle ferite non guarite, ma che siamo identificati con esse. Portiamo con noi un’autoimmagine ferita e crediamo che questo sia ciò che siamo. Siamo identificati col “bambino emozionale” dentro di noi. Mi riferisco a questo spazio come al “bambino emozionale” perché è in balia di potenti emozioni che sono al di là del nostro controllo e, spesso, al di là della nostra coscienza.
Fintanto che siamo presi in questa identificazione, siamo “fuori controllo” e guidati dalla paura, come una macchina guidata da un bambino impetuoso e non centrato.
L’approccio che qui presento è un metodo specifico per osservare e comprendere come il bambino emozionale agisce nella nostra vita. Ciò può risultare difficile, perché il bambino emozionale ha una forte presa sulle emozioni e sui comportamenti. Spesso, quando ne siamo catturati, non c’è molto spazio per osservare, perché passiamo dallo stimolo alla reazione in tempo record. Il fine del nostro metodo non è cambiare o sistemare le cose, ma semplicemente osservare e dare spazio a ciò che c’è. Questo processo ci libera un po’ alla volta dal controllo e dalla paura di quella nostra parte: comprendendo come essa guida la nostra vita andiamo oltre la sua influenza e cominciamo ad avere la possibilità di scegliere, non siamo più “fuori controllo” o dominati dalla paura.
Mi colpisce che una delle questioni più profonde che ci troviamo ad affrontare nel portare amore e gioia nella nostra vita sia come trasformare i nostri vecchi modelli di comportamento negativi. Ciò costituisce il tema di questo libro.

Krishnananda (pseudonimo di Thomas Trobe), psichiatra, laureato a Harvard e all’Università della California, e diventato poi allievo del maestro spirituale Osho, fa ora parte della Osho Academy e guida gruppi di crescita. Ha individuato nella co-dipendenza la fonte del malessere dell’uomo contemporaneo. A tu per tu con la pauraè stato pubblicato nel 1997 da Urra/Apogeo, che ha pubblicato anche Uscire dalla paura (1999) e Fiducia e sfiducia (scritto con Amana, 2004).

Un pensiero riguardo “Uscire dalla paura

  1. “Il vero nettare della vita è dentro di te. Proprio in questo momento puoi ritornare in te, guardare dentro di te. Non c'è bisogno né di preghiere né di adorazioni. Tutto ciò che serve è un viaggio silenzioso verso il tuo essere.

    Questo è ciò che chiamo meditazione, un pellegrinaggio silenzioso verso il tuo essere. E quando trovi il tuo proprio centro, hai trovato il centro dell'intera esistenza.”

    Osho

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