La Pedagogista riflette

Illustri e Cari Colleghi Pedagogisti,
credo sia noto a tutti, che molti Psicologi stanno aprendo Studi Professionali privati, svolgendo mansioni pedagogiche!
Tempo fa, in uno dei tanti siti pedagogici, una psicologa, affermava con molta onestà, di svolgere attività di educatrice, come del resto molti altri suoi colleghi, pur ammettendo di non averne diritto e al contempo si dispiaceva per la nostra categoria che, ad oggi, non aveva ancora ottenuto un Albo Professionale!…
I “Buttafuori”, come altre categorie, sono riusciti di recente, ad ottenere un Albo, con relativa formazione professionale per potervi accedere (Il Sole 24 Ore del 09/10/09).
Noi stiamo ancora aspettando un “Riconoscimento Associativo”, poiché gli altri Ordini Professionali non vogliono l’approvazione di tale Decreto, anche se tale riconoscimento, non è la stessa cosa di un Albo Professionale!…
Questa è la nostra situazione da ben venti anni ed oltre, ed anche se molto è stato fatto, non credo ci sia molto da gioire per i risultati ottenuti…non sono sufficienti!…
Dove sono i Pedagogisti colleghi?
– Disseminati in maniera dispersiva in tante Associazioni.
– I Pedagogisti sono costituiti per la maggior parte da insegnanti, con una propria collocazione…altri lavorano presso Cooperative… altri hanno avuto la fortuna di vincere un concorso come Pedagogista… altri sono riusciti ad avere incarichi presso Pubbliche Amministrazioni… altri ancora cercano di inserirsi nelle scuole, entrando però in conflitto con gli Psicologi… i più audaci hanno aperto Studi privati…ognuno di loro però è intento a coltivare “il proprio orticello”…
Purtroppo la laurea in Pedagogia è stata finalizzata principalmente a formare insegnanti, ma oggi la Pedagogia è qualcosa di più, e non possiamo continuare a gioire, per il solo fatto di ottenere incarichi per la formazione professionale del personale della scuola.
Chiedo scusa per il tono provocatorio ma se non prendiamo coscienza della nostra situazione, sarà difficile porvi rimedio.
Stiamo rinunciando alla nostra professionalità e se non decideremo di attivarci in maniera decisiva e concreta, perderemo tutto quanto è stato fatto in questi lunghi anni, con tanti sacrifici da parte di molti.
Purtroppo anche noi siamo lo specchio di questa nostra società “confusa e rinunciataria”, ma proprio in virtù del fatto che siamo Pedagogisti ed Educatori, dovremmo essere più forti, coesi, e propositivi, al fine di utilizzare tutte le nostre energie per raggiungere l’unico traguardo auspicabile: l’Istituzione di un Albo Professionale.
Tutti coloro che si indigneranno per quanto è stato espresso, saranno sicuramente coloro che si accontentano dello stato di fatto e non desiderano che le situazioni mutino.
Credo sia giusto invece, offrire ai giovani che intraprenderanno tale percorso di studi, un futuro più certo e dignitoso.
Credo anche che in un panorama sociale di “Emergenza Educativa”, come il nostro, sia importante offrire ai nostri giovani, che si trovano in situazioni di difficoltà e confusione, un aiuto professionale pedagogico, valido e serio, contribuendo a costruire una società più sana e felice.
Cosa occorre fare da parte di noi Pedagogisti?
– Innanzitutto occorre collaborazione tra le varie Associazioni Pedagogiche, cercando di realizzare un unico grande obiettivo, il Riconoscimento della nostra Categoria Professionale, senza disperdere inutili energie in diatribe di potere.
– Predisporre e selezionare gli strumenti di diagnosi e le tecniche di intervento, ad esclusivo utilizzo del Pedagogista (come anche gli Psicologi possiedono) che sostanzino e caratterizzino la nostra Professione.
– Chi deve fare tutto questo?
– Forse le Associazioni?
– Forse le Università?
Non importa chi, l’importante è decidere chi ne deve avere la competenza e realizzare tale progetto, il prima possibile.
– Occorre attivarsi presso le Università, attraverso gli Organi di Stampa, la TV, Internet, attraverso tutti i Mezzi di Comunicazione per sensibilizzare l’Opinione Pubblica riguardo alla precarietà ed ingiustizia riservata alla nostra figura professionale, ponendo in risalto le potenzialità e possibilità educative che la stessa categoria, può riservare ai giovani di oggi e di domani.
– A livello politico, considerate le imminenti Elezioni Regionali, provvedere a sensibilizzare la classe politica con appropriate Manifestazioni pacifiche, a Roma ed in altre città.
Mi preme sottolineare che la responsabilità di ciò che non siamo riusciti ad ottenere, non è assolutamente imputabile alle singole persone che negli anni hanno ruotato all’interno delle Associazioni e si sono adoperate con grande passione e sacrificio ma a tutta la categoria di noi Pedagogisti, che non ci abbiamo creduto fino in fondo, non abbiamo collaborato attivamente, e non abbiamo saputo conquistare ciò che invece ci spetta di diritto!
Adesso credo sia giunto il momento di difendere la nostra professionalità, di attivarsi in maniera più concreta e convincente, prima che altri…ci derubino totalmente della nostre competenze e professionalità…anche perché se aspettiamo ancora del tempo, dopo, sarà molto difficile potersi riappropriare di qualcosa, che non è mai stato definito appartenere alla nostra Figura Professionale.
Spero di essere stata esaustiva nell’esporre il mio pensiero e le mie sincere e serie preoccupazioni in merito a quanto esposto.
Vogliate gradire tutti, un cordiale saluto e tanti cari Auguri di Buon Anno, sperando che il 2010 possa essere ricordato come una data importante e significativa per tutti noi.
 
Marilena Vichi, gennaio 2010

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